domenica 28 febbraio 2010

LA MIA SERA DEL GUSTO NELL'ORA D'ARIA

Sabato sono stata a mangiare al ristorante "l' Ora d'aria" di Firenze con l'iniziativa Le settimane del gusto, come vi avevo anticipato. Il nome carino e ironico è dovuto alla vicinanza del ristorante con il complesso delle murate, ex carcere fiorentino, anche se ancora per poco dato che a fine Marzo il tutto si dovrebbe trasferire in zona più centrale (via dei georgofili).
L'Ora d'aria è gestito dal giovane chef emergente Marco Stabile che propone rivisitazioni spesso molto particolari della tradizione toscana.
Questa è giusta una piccola introduzione ma veniamo a noi e alla nostra esperienza. Ho prenotato con un'amica essendo la mia dolce metà troppo vecchia per l'occasione oltre che a dieta.
Devo dire prima di tutto che il ristorante ha davvero mostrato di aver compreso lo spirito di quest'iniziativa, trattandoci benissimo dall'inizio alla fine, proponendo un menù assolutamente completo accompagnato da vini più che dignitosi e che ben si sposavano con i sapori delle portate. E questo devo dire è il primo punto assolutamente a favore di un posto che evidentemente dà il giusto valore alla qualità, al dettaglio, e al rapporto con il pubblico (anche se giovane e che porta pochi soldi ;)!)
Una volta entrati ci si trova in un ambiente davvero molto molto classico, elegante come ci si immagina un ristorante di lusso e, in questo forse l'unico punto negativo dell'insieme, un pò sterile e poco originale. Ecco devo dire che non conoscendo il luogo, trovandolo per caso sarei attratta dalla bella insegna ma respinta da quell'aspetto un pò troppo formale, dalle lunghe tovaglie che arrivano al pavimento, dalle sedie bianche, dal troppo bianco in generale. Comunque essendo il ristorante in procinto di trasferirsi, è possibile che cambi un pò stile in base al nuovo ambiente che lo ospiterà. In realtà poi questa formalità è davvero solo nello stile perchè devo dire che abbiamo protratto la nostra cena per più di tre ore sentendoci sempre perfettamente a nostro agio, grazie anche al personale davvero in gamba, sempre attento e presente, ma mai fastidioso e pesante, molto preparato ed educato ma con il quale ci si sente liberissimi anche di scherzare, insomma un ambiente decisamente piacevole. Era un pò buffo in realtà perchè coloro che arrivavano con la settimana del gusto come noi, sono stati messi nella parte rialzata, quindi insomma eravamo tutti insieme e sembrava di essere un pò a cena il giorno di san valentino, con tutte queste coppiette di giovanissimi davvero eccessivamente in tiro (insomma il ventenne in giacca e cravatta e capello imbrillantinato a me fa sempre un pò effetto;)!), che si scambiavano regalini con fare un pò imbarazzato! ma questo non c'entra niente con il luogo in sè quindi veniamo al punto. Come abbiamo mangiato? Davvero benissimo! Mi ha colpito la sensibilità con la quale si sposavano i singoli ingredienti e le singole portate in un progetto culinario (chiamiamolo così) completo e sensato. Ma anche l'attenzione alla composizione, sempre naturale e mai eccessivamente forzata che è sempre un piacere anche per gli occhi! Foto non ne ho fatte, se non un paio, perchè insomma ero lì per godermi la serata o no? (ma anche perchè mi sarei vergognata come un cane a star lì a fotografare tutti i piatti sotto gli occhi di tutti:)!) però credetemi se vi dico che ne sarebbe valsa la pena:)
Ecco il Menù con le mie considerazioni:

Si inizia con un assaggino della casa con coniglio confit e mela, davvero stuzzicante.

Antipasto: "L'uovo, le uova, la gallina, i riti della nonna toscana". Praticamente in un piatto c'era il famoso uovo di parisi, un quenelle di fegatini, del bollito di gallina e delle uova di non mi ricordo quale pesce (mi sembrava avesse detto d'aringa ma erano nere, boh!), e il tutto è stato cosparso con il brodo di gallina lì al momento. Ogni preparazione si sposava alla perfezione con il tutto, i fegatini erano di una delicatezza incredibile e poi finalmente posso dire di aver assaggiato questo benedetto uovo di Parisi... che dire, molto uovo, più uovo, morbido caldo e avvolgente... come dovrebbe essere un uovo insomma!

Primo Primo: Zuppa di patata viola con gamberi rossi, caviale e violetta.

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Forse questa è la cosa che mi è piaciuta di più, semplicemente deliziosa e perfetta e poi di una bellezza unica anche alla vista (anche se la fotaccia non le rende giustizia). Il piatto è ispirato ai dipinti di Chagall e alla mostra in corso a Pisa e, dato il mio lavoro, non posso che apprezzare infinitamente tali iniziative. tra l'altro la composizione del piatto ha davvero molto di Chagall non trovate?

Secondo Primo: Risotto con i carciofi, prezzemolo e pomodoro: Ecco questo piatto non mi ha entusiasmata, certamente un buon risotto, ma niente a che vedere con tutto il resto, insomma fosse stato per questo probabilmente non sarei qui a tessere le lodi del ristorante.

Secondo: Tutto fumo e niente arrosto. Come ci è stato gentilmente spiegato trattavasi della gancia di manzo affumicata, poi bollita ed infine ripassata in padella per darle la deliziosa crosticina croccante e salina... praticamente il forno non l'ha neanche visto. Il tutto accompagnato da fiocchetti di mousse di sedano rapa, ancora una volta accostamento assolutamente perfetto!

Il pasto è stato accompagnato da due buoni vini toscani presentati dal simpaticissimo sommelier francese (sinceramente ho capito una parola su tre di quello che diceva, ma lui è davvero gentilissimo, per cui non temete, sono convinta che basterà una domanda per ottenere tutte le informazioni possibili.) E non vorrei dimenticare neanche il pane: tutto fatto in casa, un grande assortimento di pani diversi, focaccine, grissini, bellissimi e deliziosi (soprattutto i panini a forma di croissant)

Dessert: pomme e pommes de terre: il carnevale di patate e mele: dadini di mela speziata al forno con una mousse di patate, molto particolare e decisamente ottima. Infine caffè, piccola pasticceria (deliziosa) Il tutto a 40 euro (in realtà qualcosa in più perchè abbiamo preso un'altro bicchiere di vino oltre quelli previsti dal menù, ma vabbè!)... Impossibile essere più soddisfatti!

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Conclusione: se cercate un ottimo ristorante a Firenze l'avete trovato! Di certo l'ho trovato io e, guardando il menù normale, mi sembra anche onesto per quanto riguarda i prezzi, certo si spende, ma penso che una volta ogni tanto ne possa davvero valere la pena! Soprattutto se si pensa a quanti posti in questa città riescono ad essere ancora più cari senza avere alla base assolutamente niente che lo giustifichi!

venerdì 26 febbraio 2010

DOLCE AL LATTICELLO E FRUTTI DI BOSCO CON UN CHE DI SALATO

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Scusate la latitanza ma questa settimana è stata davvero stranamente piena di impegni. Comunque eccomi qua, e come vi dicevo, con una delle tante cose che mi ha regalato Gaia nel nostro incontro domenicale: il latticello. Ma la cosa più figa ancora è che mi ha insegnato come riprodurlo questo latticello, così da non dover restare mai più senza ;)! Perchè se c'è una cosa che mi manca dell'Austria, penso sia proprio tutto ciò che c'è tra il latte e la panna e oltre: il quark, il topfen, il sauermilch e il sauerrahm, è giusto quello che mi viene in mente ora!
Così ora ho una nuova "bestiolina" da accudire e di tanto in tanto dovrà ben essere utilizzato!
Questo dolce di oggi è proprio una di quelle cose che piacciono a me, molto leggero, con il contrasto tra l'acidulo dei frutti di bosco e la crosticina un pò salata! Questa cosa del sale in superficie regolatela un pò come piace più a voi perchè è davvero un pò particolare, però a me ME PIACE!

DOLCE AL LATTICELLO E FRUTTI DI BOSCO CON UN CHE DI SALATO:

150 gr. di farina 00
100 gr. di farina integrale
110 gr. di zucchero di canna
2 uova
60 gr. di burro
250 ml. di latticello
1/2 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di lievito per dolci
la buccia di 2 lime
2 cucchiai di zucchero di canna e 1/2 cucchiaino di fleur de sel per coprire.
250 gr. di frutti di bosco

In una ciotola unire le farine, il sale, lo zucchero e il lievito. In un'altra ciotola unire le uova con il latticello ed il burro fuso, aggiungendo infine la buccia grattugiata di 2 lime. Versare il composto a base di uovo nella ciotola con la farina e mescolare appena il necessario (cercate di non esagerare). Incorporare i frutti di bosco e versare in uno stampo (penso che vada bene una normale forma per crostate, questo mio era un pò piccolo per tutto l'impasto e ne sono usciti anche tre tortini.) Io ho lasciato qualche frutto da mettere in superficie per decorare ma si sono un pò squagliati, penso sia meglio senza. Alla fine cospargere con lo zucchero di canna e il fleur de sel uniformamente e infornare a 180°C per 25/ 30 min.

mercoledì 24 febbraio 2010

LA FOCACCIONA ALLA SOIA DI ANDRE'

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Oggi oltre alle solite incombenze da mamma, da moglie, da donna e soprattutto da donna disorganizzata, ho anche da scarrozzare amici francesi per la città, quindi sarò brevissima, tanto già ieri v'ho fatto 'na capa tant' o no? ;)
Un piccolissimo preambolo lo devo fare però: questa farina di soia mi soddisfa ogni giorno di più, mi sembra che renda tutto più soffice ed ha un sapore davvero unico che, letteralmente, adoro... e poi questa focaccia l'ha fatta praticamente il mio bimbo Andrè che da quando ha il suo cappello da gran chef sembra destreggiarsi sempre meglio in cucina (o meglio in salotto, che in cucina non ci entra;)!) Tutti quei buchini che vedete sono opera delle sue piccole dita laboriose!

LA FOCACCIA MORBIDA MORBIDA ALLA SOIA:

350 gr. di farina0
150 gr. di farina di soia
1/2 cubetto di lievito di birra
acqua tiepida q.b.
1 cucchiaino raso di zucchero
1 cucchiaino di sale
un filo d'olio EVO

per la salamoia:
3 cucchiai di olio EVO
3 cucchiai d'acqua
1/2 cucchiaino di sale

Versare le farine con lo zucchero e un filo d'olio sulla spianatoia. Sciogliere il lievito in un poco d'acqua tiepida e impastare aggiungendo acqua fino ad ottenere un impasto morbido ma che non appiccichi alle mani. Aggiungere quindi il sale e impastare per una decina di minuti. Lasciar lievitare coprendo con un panno umido per 45 min. ca. Riprendere l'impasto e metterlo in una teglia (sul piccolo se volete una focaccia bella alta e morbida) allargandolo con le dita in modo che riempa la teglia. Coprire e lasciar lievitare un'altra mezz'ora. Dopodichè fare dei buchini con le dita sulla superficie (se avete un figlio piccolo se la caverà a meraviglia;)!) e fare la salamoia unendo tutti gli ingredienti in un bicchiere e mescolandoli energicamente con una forchetta (verrà un liquido molto verde). Cospargere la superficie della vostra schiacciata con metà della salamoia, coprire e lasciar riposare per un'altra mezzora. A questo punto versare la salamoia restante e infornare a 200°C per 20 min. circa.


martedì 23 febbraio 2010

INCONTRI TRA I FORNELLI

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Dove sono stata domenica? A cucinare, e fin qua poco di nuovo;), ma stavolta non ero sola o aiutata dalla mia dolce metà bensì nientepopò di meno che con altre due foodblogger e quindi potrete capire che insomma, trattavasi di cucinamento di alto livello;) Iniziamo col dire che io sono la più sfigata delle tre perchè entrambe le mie compagne di avventure chiamansi Gaia: cioè, dico io, con tutto la vastissima gamma di nomi possibile, a me due Gaie in una botta sola! E vabbè, meglio gaie che arcigne però tanto per distinguerle facciamo che la prima la chiamerò Gaia P., la seconda Gaia C. Lo so che sembra un pò impersonale ma io in qualche modo devo pur farmi capire (potevamo provare con gaiuzza e gaiozza ma son convinta che alla terza riga ci saremmo impicciati comunque!)
Tutto è iniziato domenica mattina alle dieci e mezza quando ci siamo ritrovate a casa di Gaia P. Tempo di sciogliere il ghiaccio (cosa che in realtà è durata davvero poco) e di presentarci un pò meglio (ad esempio io la Gaia C. non l'avevo mai vista) ed eravamo pronte a metterci al lavoro con tanto di grembiule gentilmente messo a disposizione dalla padrona di casa (appena mi son resa conto di come mi stava me lo son tolta ma questa è un'altra storia). Dicevamo, era qualche giorno che ci scervellavamo cercando di trovare un menù adatto a tutti, anche perchè la seconda Gaia è quella Celiaca per cui abbiamo colto l'occasione per imparare qualcosa e creare un pranzetto gluten free. Questa cosa devo dire che mi ha svelato davvero un mondo a me totalmente sconosciuto. Io pensavo che i celiaci semplicemente non potessero mangiare pane e pasta e invece, grazie alle dettagliate spiegazioni della nostra maestra per l'occasione, mi sono potuta rendere conto di quanto più complessa sia la cosa... Insomma, non vedo l'ora di far amicizia con un celiaco, così posso invitarlo a cena e farci un figurone dimostrando la mia cultura in materia;)!
Alla fine abbiamo tralasciato qualcosa e intrapreso qualcos'altro e ne è uscita fuori una giornata davvero piacevole, divertente e anche istruttiva! Il nostro menù? Sushi (s'era capito?), una torta salata con una frolla a base di farina di riso e di mais con crema ai porri e formaggi, dei crackers di riso (che è meglio non mensionare ;)!) con una sorta di guacamole inventato lì per lì e per dessert un gelo di mandarini con panna e polvere di agrumi. Tutto ottimo davvero, a parte i crackers ok, se non s'era capito ma anche lì, si deve andar per tentativi no?
Aspettate qualche ricetta? Non temete per il gelo di mandarini (che era fantastico) tenete d'occhio il blog di Gaia P., e sono sicura che anche Gaia C. non vi deluderà e posterà qualcosa! Io, dato che sono stata la più rapida, non vi lascio ricette, solo impressioni;)!

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Tra un cucinamento e l'altro, un aperitivo e qualche risata, il secondo pallino di ogni foodblogger che si rispetti: Le Foto. E così eccoci accalcate in tre attorno a un rotolino di sushi a cercare di fare il bilanciamento dei bianchi (come gentilmente insegnato da Gaia P.). Per fortuna non c'era nessun altro in casa, altrimenti ci avrebbero preso per squilibrati ossessionati a tratti un pò isterici casi da ricovero! ;) E la cosa incredibile è che in questa cosa delle foto appena si migliora un pochino si vuole far di più, e ogni cosa nuova che si impara, la si vuole analizzare sotto ogni aspetto... ma poi, guardateci... almeno avessimo una mise professionale: tre fulminate che si accaniscono su un puntino bianco con le loro amiche compattine... meno male che ci siamo trovate! Che la mia povera lumix se si trova davanti una di quelle mega reflex dal fare altezzoso, poi mi si deprime e mi abbandona!

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Alla fine abbiamo anche mangiato sedute a un tavolo come persone normali, chiacchierando e addirittura è successo di lasciare il tema cucina per qualche secondo (ma non di più!). Abbiamo lasciato la nostra ospite intorno alle 18.30, tornando a casa piene di regalini della generosissima Gaia P. che sicuramente faranno capolino su questo blog di qui a breve, felici, contente, soddisfatte e con la gioia di aver imparato qualcosa di nuovo... Ad esempio, ma voi lo sapete com'è fatto l'agar agar prima di diventare polvere? Eccolo ed è anche splendido non trovate?


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lunedì 22 febbraio 2010

PANINI ALLA SOIA CON RICOTTA E SEMI DI SESAMO:

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Avete presente quando fate una cosa che proprio vi convince e di cui già al primo morso sapete che entrerà a far parte dei vostri must culinari? Ecco, questa è una di quelle! Era già da un pò che aggeggiavamo con questa farina di soia e c'è piaciuta un sacco sin da subito, ora però si può dire che abbia trovato il suo giusto coronamento! La ricotta rende questi panini soffici soffici e io davvero non riesco a trovare occasione nella quale non starebbero bene ;)
In realtà avrei un sacco di cose da raccontarvi quest'oggi ma mi manca un pò il tempo e soprattutto devo ancora riorganizzare le foto (che dopo gli show di ieri non si può fare brutta figura;)! Volete sapere dove sono stata? E con chi? Vi toccherà aspettare fino a domani... nel frattempo godetevi i panini...

PANINI ALLA SOIA CON RICOTTA E SEMI DI SESAMO:

350 gr. di farina 0
150 gr. di farina di soia
100 gr. di ricotta di pecora
200 gr. di latte (tenete conto che la quantità potrà variare un pò a seconda del tipo di ricotta che usate)
1/2 cubetto di lievito di birra
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
semi di sesamo

In una ciotola unite le farine , lo zucchero e la ricotta. Fate intiepidire un pò il latte in un pentolino. Sciogliete il lievito in un pò di latte e aggiungete alla farina. Impastate aggiungendo il resto del latte. Dovrete ottenere un impasto morbido ma non appiccicoso.Lasciate riposare una mezz'ora in modo che la farina abbia tempo di assorbire tutto il liquido senza che il sale inibisca quest'azione. Riprendete il vostro impasto e aggiungete il sale. Impastate per una decina di minuti abbondanti. Lasciate lievitare per un'ora circa. Riprendete l'impasto e dividetelo in pezzi da circa 100 gr. l'uno. Formate i vostri panini e lasciate lievitare sulla placca da forno per un'altra ora. Spennellate quindi la superficie dei vostri panini con un pò di acqua tiepida salata (favorisce l'appiccicarsi dei semi;)!) e cospargete con i semi di sesamo. Praticate delle incisioni a croce con un coltello ben affilato sui panini tondi e infornate a 200°C per 20/25 minuti.


sabato 20 febbraio 2010

LA CROSTATA DEL PUGILE E DELLA BIMBA

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Ieri era il decimo complemese della nostra ciccia Frida e mancando un mese esatto al prossimo incontro di Leonard (a Firenze il 19 marzo) lui aveva il peso (un pugile deve rientrare entro un certo limite di peso, così ci si prepara toccando pesi sempre più vicini a quello che sarà il peso ufficiale, il giorno prima dell'incontro)... così io e il mio cuochetto Andrè ci siamo messi all'opera perché un pugile senza crostata non può vivere e una bimba avrà pure il diritto di una torta di complemese. Questa storia del binomio pugile-crostata magari vi sembrerà strana (a me sì) ma veramente pare che la crostata (ossia frolla e marmellata... vanno bene anche i biscotti) sia una fonte di energia pronta per l'utilizzo, che si smaltisce subito... non c'è pericolo che ti resti sullo stomaco, e, se fai dei grandi sforzi fisici, ti fornisce l'energia necessaria nell'immediato. Così quando fa il peso Leonard ha bisogno della sua crostata... si pesa, mangia e si allena :), e anche prima dell'incontro il suo ultimo pasto (la merenda) è costituito da un bel pezzo di crostata!
Questo non vuol dire che non faccia ingrassare eh, non vi buttate tutti a sfornare 2 crostate al giorno, che tanto si smaltisce... però se avete grossi impegni (sia fisici che psichici) in vista, è sicuramente una scelta da prendere in considerazione ;)
Questa crostata qui, è semplicissima, una frolla basic e della marmellata (nel mio caso bigusto, metà arance amare e metà nespole tedesche... le ultime che avevo), ma dato che mi son resa conto che su questo blog se uno cerca una preparazione di base, non la trova, sarà il caso di ovviare.

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Andrè ha fatto i biscotti con quel pò di frolla rimasta, tutto da solo... non sono bellissimi per un bimbo di 2 anni e mezzo?

PASTA FROLLA:
dosi per una crostata:

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250 gr. di farina 00
125 gr. di zucchero
130 gr. di burro
1 uovo
1 punta di coltello di sale

In una ciotola mescolare la farina e lo zucchero, aggiungere una punta di sale e poi il burro tagliato a tocchetti. Sbriciolare velocemente con le dita e alla fine aggiungere l'uovo e impastare velocemente fino ad ottenere una massa liscia e omogenea. Formare una palla e lasciar riposare avvolta da pellicola per un'ora in frigo. Quindi tirarla fuori, stenderla e metterla nella tortiera. Farcire a piacere!
Come dicevo prima questa è la versione very basic. Spesso la faccio alle mandorle sostituendo circa 75 gr. di farina bianca con 75 gr. di farina di mandorle (mandorle passate al mixer). A volte aggiungo un pò di scorza di limone grattugiata e qualche spezia tipo cannella (1 cucchiaino raso) o mezza fava tonka (eh già, non l'avreste mai detto eh? ;)!). C'è anche chi ci mette un cucchiaino di lievito, ma io preferisco che rimanga bella croccante, soprattutto per la crostata.

venerdì 19 febbraio 2010

UN PAIO DI FOOD-INIZIATIVE:

Buongiorno (lo ammetto mi sono svegliata da poco;)!), oggi non ho nessuna ricetta fotografata da proporvi così ho pensato di rendervi partecipi di un paio di iniziative alle quali ho aderito o aderirò che trovo veramente interessanti.

1) Concorso Ricette delle nuove famiglie D'Italia: non so perchè non ve ne ho parlato prima, a volte sono davvero un pò rintronata. Questo concorso purtroppo scade domani ma se qualcuno di voi in questi due giorni se la sente di fare un piccolo progettino... Siete ancora in tempo! Io ho spedito il tutto ieri e ne sono veramente contentissima! praticamente si tratta di un progetto che culminerà nella pubblicazione di un ricettario con le ricette vincitrici, che si propone di conoscere le modalità di stare insieme, di cucinare e di mangiare delle nuove famiglie d'Italia, intese come gruppi di persone che vivono insieme quotidianamente il momento della convivialità del cibo. Non dovete quindi essere necessariamente una famiglia canonica, va bene ad esempio anche che siate coinquilini che si sbizzarriscono per creare dei momenti familiari legati al cibo. Per maggiori informazioni QUI ne parla Bea e QUESTO è il sito ufficiale dove troverete il bando per la partecipazione.

2) Le settimane del gusto: un progetto di slowfood per chi ha meno di 26 anni. potrete andare a mangiare in uno dei migliori ristoranti italiani ad un prezzo decisamente abbordabile. Dato che in Italia non mi sembra di essere mai stata favorita in alcunchè per la mia giovane età mi pare che per una volta che c'è un'iniziativa del genere, vada assolutamente sfruttata (anche perchè dall'anno prossimo già non sono più giovane ;)!) Io ho prenotato per il 27 Febbraio all'ora d'aria a Firenze (a 40euro), con un'amica che la dolce metà è a dieta (ma soprattutto è troppo vecchio hahaha!). Non vedo l'ora e ovviamente ve ne parlerò! per informazioni sull'iniziativa e per scoprire quali ristoranti aderiscono QUI

3) Un tiramisù per Emergency: praticamente si tratta di mandare una ricetta per un tiramisù un pò originale... alla fine verrà creato un libro o un e-book e la somma ricavata dalle vendite andrà a sostenere i progetti di Emergency. Partecipate numerosi! Per informazioni su facebook QUI mentre questo è il sito dell'organizzatore (anche se non ho ancora capito dove ne parla ;)!)

giovedì 18 febbraio 2010

BISCOTTI CON FARINA DI RISO AL LIME E FAVE TONKA

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Ancora biscottini per sparabiscotti (ma anche no eh! Si fanno benissimo anche a mano). Questi li ho fatti assolutamente a caso, prendendo quello che avevo e mischiando fino ad ottenere un composto adatto... la mia sparabiscotti ha reagito benissimo così ho pensato, che non avendo mai trovato problemi nè seguendo le ricette, nè inventandole di sana pianta, o io ho un feeling particolare innato con l'arnese, o magari esiste sparabiscotti e sparabiscotti... Fatemi sapere se provate ok? Così magari riusciamo a svelare il mistero della sparabiscotti!

BISCOTTI CON FARINA DI RISO AL LIME E FAVA TONKA:

150 gr. di farina di riso
100 gr. di farina 00
90 gr. di zucchero
100 gr. di burro
1 tuorlo
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 lime
1/2 fava tonka
3 cucchiai d'acqua fredda (se necessario)

Unite le farine, lo zucchero, la fava tonka grattugiata e il lievito in una ciotola. Aggiungere quindi il burro fuso e il succo e la buccia grattugiata del lime. Sbriciolate velocemente il tutto con le dita in modo che il burro sia ben incorporato. Aggiungere il tuorlo e impastare velocemente. Se necessario aggiungere un pò d'acqua fredda fino ad ottenere un impasto che stia insieme (non troppa eh!) Infilare il tutto nella sparabiscotti, sparare DIRETTAMENTE SULLA TEGLIA SENZA GRASSI, infornare 1 180°C per 13 min. ca. o finchè i biscotti non siano dorati.

mercoledì 17 febbraio 2010

TORRETTE BUFALA, ARANCIA E TONNO AFFUMICATO

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Della serie: questo è quello che esce fuori quando decido di non mangiare a pranzo!;) Mio figlio Andrè non ha gradito affatto, s'è fatto togliere tonno e arancia e s'è pappato la mozzarella: "Non capisce niente!!!" Io adoro questo genere di cose, facili, velocissime e che con il loro sapore e i loro colori ti rallegrano la giornata e nonostante la pioggia ti fanno sentire quasi un pò in estate! Vuoi mettere poi prepararle per un aperitivo? 2 minuti di lavoro ricambiati da un godimento infinito. Insomma oggi faccio l'ode alla semplicità e lo so che neanche la mozzarella è dietetica però c'è da dire che il giorno di carnevale, mentre tutti vi strafogavate di magnifici fritti io mi sono "accontentata" di questo, quindi un pò di merito mi va dato no?

TORRETTE MOZZARELLA DI BUFALA, ARANCIA E TONNO AFFUMICATO CON OLIO AL TIMO E LIMONE:
per 4 torrette:

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1 mozzarella di bufala
1 arancia
4 fettine di tonno affumicato
olio EVO
1 rametto di timo (o 1/2 cucchiaino di timo secco)
un goccio di limone

Tagliare la mozzarella a rondelle. Sbucciare l'arancia a vivo e tagliare anche lei a fette abbastanza spesse. Adagiare una fetta d'arancia su ogni fetta di mozzarella e finire con una fettina di tonno affumicato. In un bicchiere emulsionare l'olio con un goccio di limone ed il timo e condire ciascuna torretta con un cucchiaino d'olio. Più facile e veloce di così....

martedì 16 febbraio 2010

IO SONO NAPOLETANA.... ALMENO UN PO'!

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All'inizio, quando qualcuno mi chiedeva di dov'ero, rispondevo semplicemente: "di Napoli!" e tutti, senza mai un'eccezione, mi guardavano stupiti, come a dire: "e dai, ma chi vuoi prendere in giro!"Così vai con le spiegazioni, sulle varie origini di genitori e nonni, sui vari spostamenti della mia giovane persona finchè i lineamenti del mio interlocutore di turno non si distendevano e dalla sua bocca uscivano le fatidiche parole che mettevano fine al mio interrogatorio : "Ah ecco!". Ora, da un bel pò parto direttamente con un sunto della spiegazione completa e probabilmente la gente si chiederà: "Ma non poteva dire semplicemente che è di Napoli?" Perchè in fondo sono nata a Napoli, da padre napoletano e nonno napoletano e questo di solito dovrebbe bastare a poter dire di essere napoletani, almeno un pò, almeno per un quarto, senza dover necessariamente tirare in ballo la madre austriaca, la nonna toscana, il nonno polacco, e gli anni vissuti un pò in giro per l'Italia. Probabilmente però ormai un posto che mi riconosca come suo membro, che senta che gli appartenga non ce l'ho più: A Firenze mi chiedono se sono marchigiana, a Roma se sono fiorentina e a Napoli se sono romana, con infinite variazioni sul tema, ma mai mai nessuno che ci azzeccasse! ;)
Tutto questo per dire che, nonostante non si veda, ce l'ho anch'io un luogo d'origine, dal quale viene il piatto di oggi. La carissima Pina mi ha mandato un pacco con la zupp' e suffritt', e non potete immaginare che tuffo nel tempo che è stato. E non intendo solo un ritorno di sapori anche perchè fino ai sei anni (età in cui sono andata via da Napoli), non è che mi facesse proprio impazzire 'sto mix di interiora! Mangiare la zuppa mi ha praticamente messo di fronte tutta la mia famiglia napoletana, nonno, zii e zie, con i loro volti, le loro abitudini, i luoghi della città che li rappresentano e la loro, e soprattutto la mia napoletanità! Ed è davvero un'esperienza impagabile, che arriva così senza che tu possa far niente per invocarla... Mia nonna in tutto questo quadretto non c'è e non so se sia perchè con lei ho un rapporto diverso, più intimo, o perchè lei in fondo è toscana nonostante abbia vissuto 70 anni a Napoli.
Quindi grazie Pina, e per tutti voi che mi leggete, quando capitate a Napoli, provatela sta specialità, ne vale veramente la pena!
Di solito si compra già pronta dal macellaio, sotto forma di mattone compresso che basterà mettere in pentola con un pò d'acqua... se però volete sapere com'è fatto e magari anche mettervi all'opera, frego il link con la ricetta a Pina: QUI! Si mangia sotto forma di zuppa con dei crostini di pane e se rimane ci si può anche condire la pasta: fantastica!

lunedì 15 febbraio 2010

CUCINA AFRICANA: OLELEH

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Non penserete mica che mi sia scordata che ho una rubrica di cucina africana da portare avanti? Vedete, la costanza non è il mio forte ma alla fine le cose le faccio no? ;)
Oggi sono proprio contenta di parlarvi di questa cosa, che è più o meno una sorta di polpetta di fagioli, un pò perchè trattasi di una tipica ricetta sierra leonese, un pò perchè penso che sarà molto difficile che qualcuno di voi possa trovarla in giro... nel web in italiano non c'è niente eppure è una cosa semplicissima con tutti ingredienti facilmente reperibili in Italia.
In Sierra Leone è un tipico street food, nel senso che difficilmente uno se lo cucina a casa ma è onnipresente in qualsiasi baracchino o mercato, i bambini se ne comprano uno nell'ora di intervallo a scuola e le donne mentre fanno la spesa. Nella versione originale si cuociono arrotolandoli in foglie di banano, per lo più al vapore o bolliti . Le foglie possono essere sostituite con i meno romantici (ma più facilmente reperibili) fogli di alluminio e secondo me si prestano bene come antipasto o stuzzichino... occhio solo a non avere gli occhi più grandi dello stomaco, non sono proprio leggeri ;) La pasta di fagioli che si ottiene (prima della cottura) viene usata per parecchie altre ricette... quindi non ve la scordate ok?

OLELEH:

300 gr. di fagioli all'occhio
5 cucchiai colmi di olio di palma (vedete come vi piace ma ce ne dev'essere un bel pò)
3 cucchiai d'acqua
2 cucchiai di pesce secco a scaglie (potete usare anche la bottarga secondo gusto, o ometterlo del tutto, saranno ottimi comunque)
1 cipolla bianca grande
2 peperoncini grandi molto piccanti
sale
pepe
foglie di banano o fogli di alluminio

Mettere i fagioli in ammollo in acqua fredda per una notte. La mattina dopo strofinarli tra le mani in modo da rimuovere tutte le pelli dei fagioli, se qualcuna opporrà maggior resistenza, fate schizzare fuori il fagiolo strizzandolo tra indice e pollice. Rimettete tutto in acqua per un pò finchè non vedrete che le pelli comincino a salire un pò in superficie. Dividere i fagioli dalle pelli. In un frullatore mettete i fagioli con l'acqua in modo da sminuzzarli bene. Io a questo punto ho trasferito in una ciotola e continuato con un frullatore ad immersione. Unire tutti gli ingredienti e frullare fino ad ottenere un composto omogeneo e cremoso. Il colore dovrà essere sull'arancione, abbastanza intenso.
A questo punto mettete l'impasto a cucchiaiate nei fogli di alluminio (o se le trovate nelle foglie di banana) chiudete bene e mettete in forno a 180°C per una ventina di minuti o finchè non risulteranno abbastanza duri e cotti. Se volete proporli come antipasto magari fateli più piccoli, anche se in origine sono abbastanza grandi. Per quanto riguarda la cottura, come ho già detto potete farli anche bollire in acqua o cuocere al vapore.

sabato 13 febbraio 2010

CHOUX CON CREMA ALLE FAVE TONKA

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In questo week end quest'anno si concentrano le due feste che non ho mai festeggiato per bene, carnevale e san valentino. Al carnevale da quando ho i bimbi cerco di starci dietro ma me ne rendo conto sempre più o meno il giorno prima, meno male che quest'anno al costume ci hanno pensato a scuola ;)! Per quanto riguarda San Valentino dio ce ne scampi e liberi, mi mette 'na gran tristezza! Non l'idea in sè di un giorno per festeggiare il proprio amore, nè il fatto di preparare magari una cena a tema, ma quando ti guardi in giro in questa giornata e trovi tutte le coppiette vestite a festa e tutte le vetrine che sfoggiano i loro kitchissimi oggettini, mi passa ogni romanticismo. Quindi niente dolci a tema, pardon! Però questi bignè sono di un buono ma di un buono che si adattano davvero a ogni occasione, e poi un pò di carnevalesco ce l'hanno anche loro (insomma non sono poi tanto diversi da un bignè di san giuseppe)!
La ricetta degli choux l'ho presa dal libro di Sigrid, mentre per la crema pasticcera avevo adocchiato tempo fà quella di Fra e devo dire che è proprio una fortuna trovare quello che si cerca da persone di cui ti fidi! Quello che c'ho messo di mio è la fava tonka che da quando ce l'ho è salita subito nella top 5 delle mie spezie preferite. Ve l'ho già detto quanto sono buoni? Fa niente ve lo ripeto perchè giuro che non riuscivo a smettere di leccare il cucchiaio ed è stato un miracolo che la crema sia riuscita a finire un pò nei bignè! ;) In realtà avrei voluto anche decorarli con una pasta da crumble come proposto da dada, ma poi ho pensato che per la prima volta potevo accontentarmi così!

BIGNE' CON CREMA PASTICCIERA ALLE FAVE TONKA:

PER I BIGNE':

100 ml. di latte
150 ml. d'acqua
100 gr. di burro
2 cucchiaini di zucchero
1/2 cucchiaino di sale
150 gr. di farina 00
4 uova
granella di zucchero

In un pentolino mettere il latte, l'acqua, il burro, lo zucchero e il sale e portare ad ebollizione. Togliere dal fuoco e aggiungere la farina. Mescolare bene, rimettere sul fuoco per circa 1 minuto a far asciugare (finchè l'impasto non si stacca dai bordi del pentolino). Togliere dal fuoco e incorporare le uova, uno per volta facendo attenzione che il primo sia ben incorporato prima di aggiungere il prossimo. Mettere l'impasto in un sac à poche e formare dei mucchietti grandi come una noce su una teglia foderata di carta forno. Spolverarli con un pò di granella di zucchero e infornare a 220°C per 20 min.

PER LA CREMA PASTICCERA:
se volete riempire tutti gli choux, fate dose doppia

500 gr. di latte freddo
1 baccello di vaniglia
3/4 di fava tonka
la scorza di mezzo limone
100 gr. di tuorli a temperatura ambiente (circa 4, io non li ho pesati)
120 gr. di zucchero
40 gr. di maizena
"40 gr. di burro a temperatura ambiente" (io non l'ho messo ed è venuta deliziosa lo stesso)

Versare il latte con la vaniglia incisa, la fava tonka grattugiata e la scorza di limone grattugiata. Portare a ebollizione. Spegnere il fuoco e lasciare in infusione per una mezz'ora.
In una ciotola lavorare i tuorli con lo zucchero senza montarli. Aggiungere la maizena setacciata e mescolare bene. Filtrare il latte e rimetterlo in un pentolino pulito. Rimettere sul fuoco e appena prima che inizi a bollire, versarne la metà nel composto di uova mescolando in continuazione in modo da temperare le uova. Versare dunque il composto di uova nel pentolino con il latte restante e rimettere sul fuoco. Mescolare continuamente finchè la crema non raggiunga la consistenza che vi piace. versare la crema in una ciotola e mescolare ancora per far abbassare la temperatura. "a questo punto se volete potete aggiungere il burro a pezzetti mescolando continuamente in modo da farlo sciogliere a contatto con la crema". Fate raffreddare un pò la vostra crema continuando sempre a mescolare per evitare che si formi la crosticina. Quindi mettete la vostra crema in un sac à poche con l'arnese per riempire i bignè, fate un buco sotto ciascun bignè e riempiteli... se riuscite a non mangiarli tutti conservateli per un giorno al massimo.

giovedì 11 febbraio 2010

MI ILLUMINO DI MENO E FACCIO LE OLIVE

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Ecco, ci interrogavamo qualche tempo fa su come sia possibile che qualcuno sia riuscito a capire il gran potenziale delle olive... cioè, così al naturale, sull'albero fanno veramente schifo... ma di uno schifo inaudito e poi invece una volta trattate per benino o spremute come si deve... una delizia. Conclusione: l'essere umano può veramente essere geniale (ma sottolineo il può eh!).
Per oggi, 12 Febbraio è stata lanciata l'iniziativa "Mi illumino di meno" che propone una giornata per ridurre i propri consumi e riflettere sulle proprie abitudini di vita. Ognuno può fare il suo, in diversi ambiti e nelle passate edizioni si è riscontrato davvero un notevole calo dei consumi, ma soprattutto penso che sia importante essere coscienti che qualcosa per costruire un mondo più pulito lo può fare ognuno di noi... La cucina poi è un ambito in cui si può davvero fare tanto, da piccole cose come mettere un coperchio sulla pentola d'acqua bollente, al cominciare a diventare consapevoli sulla provenienza dei prodotti che utilizziamo. Sia chiaro, non sarò proprio a dirvi di non comprare un mango una volta ogni tanto, però se cerchiamo la zucchina magari dovremmo preferire sempre quella del contadino della campagna della nostra città, sarà di sicuro più buona, più economica e avrà un impatto praticamente pari a zero sull'ambiente.
Altra buona idea per chi ha la possibilità sono camini d'inverno e barbecue d'estate, ne guadagneremo in "romanticismo" (e quindi secondo me in qualità della vita) e daremo una mano all'ambiente... volendo poi c'è anche la cucina solare, che ho scoperto da poco Qui, se vi va andate a dare un'occhiata, a me sembra davvero una cosa interessante.
Sempre grazie a Lo, ho anche introdotto nelle mie abitudini, il detersivo per i piatti biologico, che non inquina e vi garantisco che funziona anche meglio delle porcherie alle quali siamo abituati e come dice Lo, basta saperlo...
Basta saperlo....
basta sapere che sono piccoli e semplici i gesti che ci aiutano a migliorare, ad esprimere l'amore verso la terra, che lasciano un segno sano e positivo,
basta sapere che sono azioni che possiamo fare tutti...basta pensarlo, basta organizzarsi, basta andare al di là di sé stessi, della propria pigrizia...allenare il pensiero a vedere oltre, a pensare positivo, a desiderare ancora
...basta assecondare l'istinto naturale dell'uomo per cercare l'immortale...che altro non è il segno di noi nei prossimi decenni.
Basta saperlo...
non fare finta di niente, non inventarsi scuse, ma fare sforzi,
basta fare un minimo di fatica, non pensare che questa sia sacrificio, ma gioia,
basta saperlo che si può cambiare le abitudini...perché quello che si è sempre fatto, non è sempre giusto,
basta saperlo che vivamo in un'economia a cui non interessa nulla..non interessa di noi, della salute, dei bimbi, degli altri popoli e degli alberi.
Basta saperlo che sulla terra l'uomo è uno fra tanti e non uno su tutti
...basta saperlo, poi farlo e infine dirlo.

Per quanto mi riguarda invece oggi voglio proporvi una non ricetta, il procedimento per rendere le olive commestibili e penso sia una cosa adatta a questa giornata perchè trattasi dell olive colte dal mio alberello che 2 anni fa quando mi sono trasferita in questa casa, era solo un piccolo fuscello che stava in un vaso senza più aria... poi lo abbiamo piantato in terra nel nostro piccolo giardinetto e lui è esploso, cresciuto tantissimo e quest'anno ha fatto addirittura le olive, abbastanza, belle, grandi e succose. Così ho deciso di coglierle e di fare in modo che si potessero mangiare.

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LE OLIVE:

Cogliere le olive a mano dal proprio alberello. Ricoprirle con del sale fino e lasciarle per un mese circa in modo che perdano tutta l'acidità. L'ideale sarebbe un cesto di vimini adagiato su di una ciotola nella quale sia possibile raccogliere il liquido che rilasciano le olive ma se non lo avete andrà bene anche un cencio messo in uno scolapasta a sua volta messo su di una ciotola. Controllate le olive di tanto in tanto e quanto saranno buone, saprete che sono pronte. A questo punto potete metterle o in salamoia o fare come me e condirle.
Io le ho sciacquate un pò per eliminare l'eccesso di sale, poi le ho condite con:
olio evo
peperoncino
aglio
origano
timo
Semplicemente ho tritato tutte le spezie, le ho mescolate ad abbondante olio Evo e poi ho condito le olive. Così si conserveranno per un pò e potrete mangiarle sia così che utilizzarle per cucinare ed insaporire i vostri piatti!
Ah, quasi dimenticavo di partecipare alla bella raccolta di InFusione, In cucina a Luci basse.

mercoledì 10 febbraio 2010

UN PRANZETTO AL VOLO... TORRETTE DI BARBABIETOLE E CAPRINO

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La mia dolce metà è a dieta che tra un mese e mezzo ha il suo prossimo incontro, così io cerco di stargli dietro, solo che puntualmente ad un certo punto del primo pomeriggio mi viene una fame da lupi... che fare che non fare, in qualche modo ci si deve pur ingegnare: piatto di pasta no che fa ingrassare, allora buttiamoci sul caprino che quello sì che è leggero;)! A parte gli scherzi, ormai dovreste saperlo che se c'è cosa alla quale non posso resistere è proprio questa! E poi stavolta trattasi di caprino fresco, quindi meno grasso, insomma, io ci sto provando ;)!
Come dicevo quindi io ste torrette le ho fatte al volo per il mio pranzetto, però mi sembrano abbastanza scenografiche quindi le vedrei bene anche come antipasto o stuzzichino tra amici! Certo a farne tante sarà un pò laborioso ma ne vale la pena no?

TORRETTE DI BARBABIETOLA E CAPRINO:
PER 1 PERSONA:

1 barbabietola grande cotta e privata delle parti dure
100 gr. circa di caprino fresco
olio Evo
sale
pepe
aceto balsamico

Con una mandolina affettare la barbabietola a rondelle. Condire le rondelle con olio Evo, sale, pepe e aceto balsamico e mescolare stando attenti a non romperle. spalmare un pò di caprino (secondo me ci sta bene anche un pò di erba cipollina ma non l'avevo) tra una fettina e l'altra di barbabietola creando così una torretta... mangiare ed eventualmente sentirsi in colpa sulla propria totale incapacità di stare a dieta ;)!

martedì 9 febbraio 2010

BISCOTTI MAIS E ROSMARINO

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Ebbene sì, ancora biscotti, e visto che ci siamo inauguro una nuova etichetta: quella di ricette per Sparabiscotti, bellissimo e utilissimo regalo di natale di papà. Io in realtà non ho mai avuto alcun problema con l'arnese, mi sono trovata bene fin da subito, anche con la ricetta nella confezione, ma ho letto spesso in giro per blog, che molti hanno riscontrato difficoltà a collaudare la propria amica... così ho pensato che magari potesse essere utile trovare qualche ricetta di riferimento.
Questi biscottini sono l'opposto di quelli di ieri: semplicissimi, butti tutto in una ciotola, dai una mescolata, butti nella sparabiscotti, spari e inforni. Io li vedo bene ad accompagnare qualche crema o dolce al cucchiaio! Poi ovviamente se non avete l'arnese, potete farli comunque, formando delle palline di impasto, schiacciandole un pò e ottenendo comunque dei bei biscottini.

FIORELLINI MAIS E ROSMARINO:

125gr. di farina 00
125 gr. di farina di mais
1 cucchiaino di rosmarino tritato finissimamente
90 gr.di zucchero di canna
un pizzico di sale
100 gr. di burro
50 ml. di latte

Unite in una ciotola le farine, il rosmarino, lo zucchero e il sale. Versate il burro fuso e il latte e mescolate velocemente con un cucchiaio. L'impasto resterà abbastanza sbricioloso. Mettete il tutto dentro la sparabiscotti, scegliete la forma che più vi piace (io fiore grande) e sparate i vostri biscotti direttamente sulla teglia fredda. Mi raccomando sulla teglia non dev'esserci niente, nè carta forno, nè grassi di alcun genere. Infornate a 180°C per 12/15 min. o finchè i biscotti non inizino a dorare. Per la seconda infornata usate un'altra teglia o aspettate che quella usata precedentemente sia almeno un pò raffreddata.

lunedì 8 febbraio 2010

BISCOTTI CIOCCO-MATCHA

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L'idea per fare questi biscotti me l'ha dato un sito americano pieno di idee carinissime soprattutto per quanto riguarda proprio i biscotti... le misure ovviamente sono cups ecc... e così mi accingo a provarci. Cerco un pò per la rete misure di conversione e approdo a un sito che mi dice che 1 cup corrisponde a un pò meno di mezzo litro... non avendo tanta voglia di cercare oltre, afferro un tegamino da mezzo litro e comincio a riempirlo secondo ricetta... ne esce fuori una roba improponibile, tipo 1 Kg di farina e 600 gr. di zucchero con 1 uovo e 300 gr di burro... insomma alla fine i biscotti me li son fatti seguendo le dosi approssimativamente e bestemmiando in turco contro quelli che si mettono a scrivere un blog dando delle ricette assurde.... ma uno che lo fa a fare ecc ecc... Inforno i biscotti che vengono decenti ma 'nsomma. A quel punto mi sovviene un pensiero: ma possibile che a nessuno sia venuto in mente di mettere in rete un sistema di conversione almeno per le cose basilari, farina, zucchero ecc...? e in effetti c'era! Morale della favola: Ho sbagliato tutto! ;) La povera ragazza di questo blog avrà avuto una giornataccia piena di energia negativa per colpa mia... la sua ricetta funziona perfettamente... così ho rifatto i biscotti buonissimi, certo non proprio leggeri, ma davvero fantastici. Ho apportato qualche modifica riducendo di un bel pò lo zucchero, il matcha (cioè tre cucchiai da cucina di matcha corrispondono più o meno al mio barattolino intero e sinceramente mettere 10 euro di matcha in 30 biscotti mi sembrava davvero eccessivo), e il cacao. Ne sono usciti i biscotti più friabili che abbia mai fatto, burrosissimi lo ammetto, ma una volta ogni tanto...
Per quanto riguarda la decorazione vi lascio una descrizione passo passo (più o meno), se volete provarci calcolate che vi ci vuole una giornata. Non è difficile ma a ogni passaggio il tutto deve riposare qualche ora in frigo. Le foto le ho fatte la prima volta che ho fatto i biscotti, quindi non fate caso ai colori e alla consistenza, è solo per spiegarvi come procedere per ottenere questa specie di sole nel biscotto.
Ah, e se dovesse venirvi in mente di fare una ricetta per la quale avete solo misure non italiane... usate un convertitore: ECCOLO!

BISCOTTI CIOCCO-MATCHA:

440 gr. di farina 00
250 gr. di zucchero di canna (in origine 350)
1,5 cucchiaini di lievito
1 cucchiaino raso di sale
340 gr. di burro
1 uovo + un tuorlo
2 cucchiaini di matcha (in origine 3 cucchiai)
25 gr. di cacao (in origine 65 gr. ca.)

In una ciotola unite la farina il lievito e il sale. Sbattere il burro con lo zucchero con delle fruste fino ad ottenere un composto bello spumoso. Aggiungere un uovo alla volta. A questo punto aggiungere la farina poco a poco e finire di impastare con le mani. Dividere l'impasto in 2 pezzi, uno da 2/3, l'altro 1/3 (pesatelo). Nella parte più grande aggiungete il cacao e impastate finchè non è perfettamente incorporato. Nel restante 1/3 aggiungete il matcha. Ora dividete ciascuna delle palle di nuovo a metà (sempre pesando), avvolgete i 4 impasti singolarmente in pellicola e lasciate riposare per almeno 2 ore. Se volete potete anche tirarlo fuori, stenderlo e ritagliare dei semplicissimi biscotti... se però volete la decorazione ecco come fare:


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1- tirare fuori dal frigo uno dei due impasti al matcha e creare un rotolo o salsicciotto di 28 cm. di lunghezza (fig. 1). Riavvolgerlo con la pellicola e mettere in frigo finchè non diventa duro (1 oretta)
2- tirare fuori l'altro impasto al matcha e uno dei due al cacao. Stenderli col mattarello usando pochissima farina in un rettangolo di 8cm. di larghezza x 28 cm. di lunghezza x 1 cm. di spessore. (quelli della foto non sono abbastanza spessi... 1 cm. mi raccomando). Vi rimarrà la metà dell'impasto al cacao che userete per fare dei biscottini singoli.
3- Con una rotella tagliapasta, ritagliare 6 strisce da ciascun impasto leggermente più larghe di 1 cm. (quando andate ad unirle poi si schiacceranno un pò)
4- Formato un "tappetino" su un foglio di carta forno, alternando una striscia al matcha ad una al cacao (fig. 2).
5- tirate fuori il rotolo al matcha e posizionatelo in mezzo al tappetino (fig.3). Aiutatevi con la carta forno ad arrotolare il tappetino a strisce intorno al rotolo in modo che i due lembi finali combacino perfettamente (fig. 4).
6- Avvolgete il tutto in pellicola e rimettete in frigo per 2 ore ca.
7- Tirate fuori l'ultimo impasto al cacao, stendetelo a circa 1 cm. di spessore sempre su carta forno. Posizionate il rotolo che avete in frigo al centro e, procedendo come prima, arrotolatelo dentro all'impasto al cacao.
8- Rimettete in frigo avvolto in pellicola per 5-6 ore (io una notte)
9- Tirate fuori e con un coltello ben affilato, tagliate i vostri biscotti a circa 1/2 cm. di spessore.
10- Infornate a 180°C per 10/12 min.

sabato 6 febbraio 2010

BISCOTTINI PECORINO E POMODORI SECCHI

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Continuiamo con cosette per aperitivi e stuzzichini... Sarà che ho proprio voglia di sole, di estate, di quelle serate in cui alle otto di sera c'è ancora una bella luce e la voglia di fare tante cose... che la tazza di the sul divano ascoltando la pioggia che picchietta sul tetto ha perso ormai tutto il suo romanticismo per lasciare il posto a freddo, scarpe infangate, un pò di malinconia e tanta voglia di luce (anche perchè tipo oggi non c'è stato verso di fare una foto, che per tutta la giornata sembravano sempre le 6 di sera).
Questi biscottini li ho fatti per il compleanno della mami circa un mese fa e il simpatico arnese con il quale potete stampare qualsiasi cosa (o quasi) sui vostri biscotti è questo qua, comprato da Peroni a Roma nel mio ultimo pellegrinaggio. Carino no?
Avevo trovato una ricetta da qualche parte per dei biscottini al parmigiano che poi riadattata un pò ha portato a questi qui.

BISCOTTI PECORINO E POMODORI SECCHI:

200 gr. di farina
90 gr. di burro
1 tuorlo
70 gr. di pecorino grattugiato (io ho usato un pecorino romano)
una ventina di pomodori secchi sott'olio (i miei erano quelli fatti dai miei.... mmmmh!)
sale q.b. (regolatevi in base al formaggio che usate, io ne ho messo 1/2 cucchiaino... magari assaggiate l'impasto e poi decidete)
un pizzico di pepe
eventualmente un goccio d'acqua fredda

Tagliate i pomodori molto finemente. Sulla spianatoia versate la farina, il pecorino, il sale e i pomodori secchi, aggiungete il burro morbido tagliato a tocchetti e il tuorlo e impastate velocemente. In caso ci fosse bisogno aggiungete un pò d'acqua fredda, formate una palla, avvolgetela in un fglio di pellicola e lasciate riposare in frigo per un'oretta. Stendete l'impasto a circa 1/2 cm. di spessore e con uno stampino tondo (o come vi pare) ritagliate i biscotti. Metteteli su una teglia ricoperta di carta da forno e stampateci sopra quello che volete. Infornate a 180°C per 12 min. ca o finchè non vi sembrano pronti.

venerdì 5 febbraio 2010

NODINI ALL'AGLIO

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Da quel che ho capito nei commenti alla patata bella, molti di voi non amano particolarmente l'aglio, ma io sì quindi anche oggi vi tocca una ricetta scacciavampiri. Però a me l'idea di questi nodini sembra molto carina, particolarmente adatta per un'aperitivo, e poi al posto dell'aglio potete usare un pò quello che vi pare, rosmarino, paprika, o magari in versione da colazione con uvetta nell'impasto e una spennellata di burro e cannella... insomma questo è quello che mi viene in mente ora, ma poi ognuno può variare a seconda dei gusti!
L'aglio comunque qui non è affatto prepotente, anzi... serve solo a dare un pò di gusto. per il resto sono croccantissimi fuori e morbidi morbidi all'interno, ideali da smangiucchiare accompagnando un pò di bollicine.
P.S. La macchia sul cestino del pane non l'avevo notata e quando sono andata a guardare la foto ormai era troppo tardi, i nodini erano spariti già da un pò quindi mi son detta., chissenefrega! In fondo sono la povera mamma giovane e disorganizzata di due bambini... mi perdonerete vero?

NODINI ALL'AGLIO:

400 gr. di farina 0
1/2 cubetto di lievito di birra
acqua tiepida q.b. (200/250 ml.)
1,5 cucchiaini di sale
1/2 cucchiaino di zucchero
1 spicchi d'aglio
olio Evo q.b. (1/2 tazzina ca.)

Sciogliere il lievito in un pò d'acqua tiepida. Sulla spianatoia versare la farina e lo zucchero e il sale e mescolare bene. Aggiungere il lievito e quindi l'acqua fino ad ottenere un impasto morbido ma non appiccicoso. Lavorare per una decina di minuti, formare una palla e mettere a lievitare in una ciotola coperta con un panno umido. Lasciar lievitare un'ora e mezza. Nel frattempo schiacciare lo spicchio d'aglio e metterlo nell'olio in modo da farlo insaporire.
Riprendere l'impasto e stenderlo a un pò più di mezzo cm. di spessore. Spennellare la superficie con l'olio all'aglio o con ciò che preferite e ritagliare delle striscioline di circa 2,5 cm, di spessore e 12 cm di lunghezza. Fare un nodo con le striscioline senza stringere e senza tirare, altrimenti le code si bruciano. Mettere a lievitare su una teglia per un'ora. Quindi infornare a 180°C per 20 min. finchè non siano dorati.



giovedì 4 febbraio 2010

NO KNEAD BREAD: CONSIDERAZIONI

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Da quando lo abbiamo fatto la prima volta, Leonard si è fissato con questo pane, per cui per circa un mese non passava giorno che non avessimo una ciotola con quest'impasto dalla lunghissima lievitazione. Le abbiamo provate tutte, lieviti farine e cotture diverse, insomma ci siamo fatti una cultura!
CONSIDERAZIONE 1: per quanto l'idea di questo pane sia geniale, abbiamo riscontrato un problema che penso abbia a che vedere con la cottura in pentola: la crosta che ne deriva è spaziale (ed è per questo che abbiamo insistito tanto), l'alveolatura meravigliosa, ma la mollica risulta un pò "plasticosa", gommosa, non saprei come spiegarmi altrimenti. Lo stesso tipo di impasto cotto direttamente in forno nella versione stecche invece viene benissimo, quindi penso che il problema sia proprio nella cottura a pentola chiusa, per cui il vapore che viene sprigionato dal pane, non riuscendo a disperdersi, crea questo tipo di mollica. Visto che lo avete fatto in tanti, che ne dite? Avete avuto gli stessi risultati? Io ho provato con una pentola d'acciaio e con uno stampo da plum cake coperto da un'altro stampo, per quanto riguarda il lievito invece abbiamo utilizzato sia quello di birra che la pasta madre, ma mai quello secco che è riportato nella ricetta originale... insomma ditemi un pò che ne pensate. Noi siamo giunti alla conclusione (sempre per i nostri gusti, s'intende!) di lasciare in pentola per meno tempo (così prende la forma e inizia a formare la fantastica crosta), e poi finire la cottura togliendolo dalla pentola. Viene decisamente meglio.
CONSIDERAZIONE 2: Se lo fate con la pasta madre ricordatevi di usare una pasta appena rinfrescata... Inizialmente non avevamo fatto caso a questo accorgimento e utilizzando un lievito rinfrescato ore prima, veniva un pane sull'acidino!
Vi lascio le ricettine con lievito naturale sia per la versione in pentola mammaianizzata, sia per la versione stecche che io trovo ideale per dei bei panini rustici!

NO KNEAD BREAD COTTO IN PENTOLA:

450 gr. di farina 0
350 gr. d'acqua
50 gr. di pasta madre appena rinfrescata (!)
1,5 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
farina di mais, semola, o semini vari (o quello che c'avete) per spolverare

Sciogliere la pasta madre nell'acqua. In una ciotola unire la farina, il sale e lo zucchero e mescolare bene. Buttarci dentro l'acqua e mescolare rapidamente con un cucchiaio di legno (Non impastate eh!!!)! Coprite con un foglio d pellicola e lasciate lievitare finchè non vedrete delle bolle sulla superficie (dalle 12 alle 20 ore). A questo punto rovesciate l'impasto su un canovaccio spolverato con farina di mais e semini (o quello che vi pare) e dare 2 volte le pieghe semplici (video). Mettere l'impasto con la cucitura verso il basso, coprire e lasciar lievitare altre 3 ore.
Una mezz'oretta prima che scada il tempo di lievitazione accendere il forno al max.(250°C) con la pentola e coperchio che intendete usare al suo interno. Dicono che vada bene qualsiasi tipo di materiale da forno ma comunque sia pentola che coperchio devono essere già bollenti. Quindi rovesciare il pane dal canovaccio direttamente nella pentola, chiudere e rimettere in forno. Lasciar cuocere 20 minuti nella pentola, quindi abbassare il forno a 180°, togliere il pane dalla pentola e terminare la cottura (altri 20 min. ca.)

LE STECCHE:
Con questo tipo di impasto è possibile solo fare dei pani molto piatti senza metterli in una forma, in quanto è molto idratato e tende ad allargarsi.

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La ricetta è molto simile a quella di sopra, ma vi riscrivo tutto per comodità:

450 gr di farina 0
350 gr. d'acqua
50 gr. di pasta madre appena rinfrescata (!!!)
1/2 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
farina di mais (o altro) per spolverare
olio Evo
sale grosso

Sciogliere la pasta madre nell'acqua. In una ciotola unire la farina, il sale e lo zucchero e mescolare bene. Buttarci dentro l'acqua e mescolare rapidamente con un cucchiaio di legno (Non impastate eh!!!)! Coprite con un foglio d pellicola e lasciate lievitare finchè non vedrete delle bolle sulla superficie (dalle 12 alle 20 ore). A questo punto rovesciate l'impasto su un canovaccio spolverato con farina di mais e semini (o quello che vi pare) e dare 2 volte le pieghe semplici (video). Spennellare la superficie con olio Evo e spolverare di sale grosso. Chiudere il panno e lasciar lievitare 3 ore. Circa mezz'ora prima della fine della lievitazione accendere il forno a 250°, ungere la teglia che userete. Dividere l'impasto in 4 e allungare ogni parte a forma di stecca (o baguette) con le mani (l'impasto è molto morbido e sarà facilissimo). Posizionare le stecche sulla teglia, spennellarle di nuovo d'olio e spolverare con il sale grosso. Cuocere a 250° per 20 min finchè la crosta non sia ben dorata.